Da qualche giorno è arrivata l’ufficialità: i Mötley Crüe si imbarcheranno presto in un lungo tour d’addio, composto da 72 date nordamericane nel 2014 e una serie di live nel resto del mondo l’anno prossimo. La band ha firmato un contratto che le impedirà legalmente di tornare in attività dopo lo scioglimento.
In un’intervista a Classic Rock, Nikki Sixx ha spiegato cosa ha spinto la band a optare per lo scioglimento, nonostante sembri che siano già pronti alcuni inediti:
“Sì, abbiamo scritto delle canzoni nuove. Però questa è una cosa difficile da dire, e forse ancora più difficile da sentire: tu lavori a un disco per nove mesi, poi lo registri, lo mixi, lo masterizzi, e poi alla fine lo pubblichi. Per che cosa? Perché finisca nelle orecchie di gente sorda”. Orecchie, ha specificato senza mezzi termini Sixx, dei responsabili di programmazione delle emittenti radiofoniche: “Le radio oggi sono terribilmente omologate: se non suoni il banjo e porti la barba non c’è verso di farsi passare. Gruppi come il nostro, ad un punto preciso di una carriera come quella che abbiamo avuto noi, non verranno mai messi nel palinsesto di Active Rock (format radiofonico molto diffuso presso le emittenti commerciali americane che privilegia gli artisti più recenti, ndr): se suoni da più di 15 anni vieni categorizzato come ‘classic rock’, ma le radio di classic rock non trasmettono dischi appena usciti. Quindi abbiamo pensato: ‘È uno schifo, vaffanculo‘”.
“Preferirei raggiungere più persone con meno musica, sfruttando qualsiasi canale possibile – sponsor, partnership, marketing integrato”, ha concluso Sixx: “In sostanza, preferirei lavorare a due canzoni con la prospettiva di un accordo con una società che, per ragioni sue, voglia farle ascoltare a dieci milioni di persone, piuttosto che scriverne e registrarne undici con la prospettiva che vengano ascoltate da sole 100mila persone”.