THE CLAN, è il nome con cui ha deciso di presentare il suo progetto una band, dedita ad un sound Irish-Rock. Di origine brianzola, la band si è formata a settembre 2013 dall’incontro fortuito tra musicisti provenienti da vari progetti musicali; tutti con molta esperienza alle spalle e soprattutto con in comune la passione per l’Irlanda e il suo inconfondibile sound.
Sono inevitabilmente influenzati dai maggiori gruppi del genere come Dropkick Murphys, Flogging Molly, The Rumjacks, The Pogues, The Dubliners ecc.. dei quali eseguono alcune cover, oltre a classici popolari irlandesi reinterpretati ma soprattutto brani originali.
La band ha inziato quasi subito una collaborazione con Gianluca Amendolare, produttore musicale già impegnato con Punkreas, Pornoriviste, Michael Pitt, Skruigners e molti altri.
Nel 2014, i The Clan, pubblicano il loro primo disco, prodotto da OnAirish Records con Gianluca Amendolara disponibile su tutte le piattaforme online e distribuito da Heptown Records in Europa , USA e Giappone.
Nel mese di Marzo di quest’anno (rilasciato il 16), pubblicano il loro nuovo album “All In The Name Of Folk”.
L’album è composto da 14 tracce in puro stile irish-music, con inserti strumentali folkloristici ed una buona dose di sano rock n’ roll dalle influenze punk.
Subito dopo l’iniziale “Overture”, una rapida intro decisamente suggestiva ed introduttiva del sound che la band propone, già a partire dalla successiva “Folk N’ Roll”, si viene investiti da una carica di punk-rock dai sapori irlandesi, un brano che ricorda tanto i Dropkick Murphy che i Flogging Molly (due gruppi che la band citano come numi tutelari). Già da questa traccia, il taglio rock moderno e altrettanto rispettoso del folklore irlandese che ne costituisce l’influenza principale e le melodie che accompagnano il brano, uniti all’approccio fresco del combo brianzolo, si fanno subito evidenti.
C’è un qualcosa che ricorda, vagamente, gli U2 in “Second Chances”, un eco infuso nelle pieghe goliardiche del pezzo, per quello che riguarda le linee vocali.
Decisamente più punk n’ roll oriented la successiva “Let Me Go”, la quale, pur mantendo l’aspetto folk negli arrangiamenti, si dimostra più “aggressiva” e (a tratti) “veloce” rispetto alle precedenti. Interessanti le virate folk cadenzate che si intersecano ai momenti più rapidi del brano.
Un sound alla The Rumjacks pervade la struttura portante della quarta canzone, “Jenny Porter”, mentre il tema principale rimane saldamente costruito su un groove punk-rock, melodie folk e arrangiamenti irish-rock moderni di buona fattura. Le linee vocali ben si amalgamano al comparto sonoro.
Totalmente diversa la successiva “Whole Lotta Jig”. Brano totalmente strumentale, ottimamente eseguita. Pezzo che regala energia, piacevolissimo all’ascolto, sostenuto da un grande lavoro ritmico e chitarristico a sostegno del lato Irish e folk della melodia. Una traccia che segna la linea di confine tra la prima e la seconda parte del disco. Una sorta di chiusura e apertura tra la precedente “Jenny Porter” e la successiva “Irish Sky”, brano che…
…“Irish Sky”? Un momento… No… Non può essere…“Il Cielo D’Irlanda”! Ragazzi, se non ascoltavo bene l’intro di questo brano non ci avrei mai creduto. Una cover? Oppure una cover di una cover? Va beh… Pezzo di alto livello tra l’altro. Toglietevi dalla testa la voce di Fiorella Mannoia e ritmi delicati della versione italiana (testo di Massimo Bubola), la versione dei Nostri è decisamente più energica e veloce, rockeggiante e folk al punto giusto. Sotto certi aspetti più vivace e più Irish. Rispettosa dell’originale ma presentata in una veste più fresca e moderna. Ben fatto!
Si continuano e danze con “Angel Of The See”. Tra rock acustico con linee vocali delicate e decise, riff affilati, cori azzeccati e suoni folkloristici, questo brano si merita il titolo di “Momento più interessante del disco”.
“Horns Up And Fight”. “Alza le corna e combatti!” Traduzione fin troppo letterale, lo ammetto, ma il senso si è capito. Che sia possa considerare questa canzone come un antico inno di guerra è chiaro fin dall’introduzione, dove si odono belligeranti echi lontani, prima che il punk-rock dei The Clan prenda il sopravvento, sprigionando tutta la potenza sonora di cui il gruppo è capace. Le variazioni di tempo e ritmo, tra folk e hard-rock, danno al pezzo quel qualcosa in più che ne arricchisce le trame sonore.
Sullo stesso piano si pone la decima traccia in scaletta: “Ulysses And The Sirens”. La storia di Odisseo la conoscete tutti vero? Va beh… Anche se non sapete cosa sia poco importa, questa canzone potete godervela tranquillamente senza arrovellarvi il cervello sulla storia che (secondo chi scrive, pare) abbia potuto ispirare le liriche. L’avrei fatto volentieri anch’io, se non conoscessi questo episodio dell’Odissea di Omero! Per chi conosce “bene” l’episodio, invece, potrà immaginarsi, guidato dall’energia del sound dei The Clan, l’incontro tra l’ellenico marinaio (ex-soldato) e le subdole creature metà donna e metà pesce, quel momento preciso, come una battaglia da due eserciti distinti su di un campo di battaglia acquatico. Gli arrangiamenti sono gustosamente suggestivi e ben dosati tra folklore e rock e le linee vocali sono evocative.
“Reel O’ Fire”. Seconda traccia totalmente strumentale dell’album. Come la precedente “Whole Lotta Jig”, la traccia mette in evidenza, nella sua totalità, il sound che la band ha deciso di utillizzare per presentare la sua proposta e il suo stile. Ribadendo quanto detto in precedenza, per l’altro brano, pezzo che regala energia, picevolissimo all’ascolto, sostenuto da un grande lavoro ritmico e chitarristico a sostegno del lato irish e folk della melodia. Un pezzo che, come abbiamo già visto, si trasforma nell’intro perfetta per la successiva “Home Of My Heart”. Una canzone delicata e romantica, energica e melodica, tra folk e rock.
Ci avviciniamo all conclusione del set.
La tredicesima traccia “True Story”, riprende gli aspetti punk n’ roll intrisi di Irish-rock ed elementi folk già aprrezzati in precedenza, dove, per la prima volta nell’album, udiamo la voce graffiante ed energica di Chiara De Sio (flauto e cornamusa) alternarsi alla voce di Angel Rock (voce solista e chitarra). Un mix riuscito sia a livello vocale che sonoro.
Chiude l’album la reintepretazione di un brano storico della storia del rock duro… “It’s A Long Way To The Top (If You Wanna Rock N’ Roll)” degli AC/DC. L’intro e la struttura del pezzo originale rimangono pressoché identiche all’originale, senza modifiche eccessive o infiorettature inutili, dimostrandosi, oltre che la degna chiusura di un disco ottimamente riuscito, un tributo sentito e ripettoso ad una delle band cardine dell’hard-rock.
TRACKLIST:
- Overture
- Folk N’ Roll
- Second Chances
- Let Me Go
- Jenny Porter
- Whole Lotta Jig
- Irish Sky
- Angel Of The See
- Horns Up And Fight
- Ulysses And Sirens
- Reel O’ Fire
- Home Of My Heart
- True Story
- It’s A Long Way To The Top (If You Wanna Rock N’ Roll) [AC/DC cover]
LINE-UP:
Chiara De Sio: flauto e cornamusa
Angel Rock: Lead Vocal / Chitarra
Stefano “Cione” Becce: Back Vocals / Basso
Pietro Della Sala: Back Vocals / Batteria & Percussioni
Cisco Ricci: fiddle / mandolino
WEB:
Twitter: clan_band
Sito Web: http://www.theclanband.com
Contatto stampa: irishcelticpress@gmail.com
Agenzia di prenotazioni: booking@onairish.com