Luce e tenebre strisciano nel tempo – “Creeping Time”, il debut-album dei torinesi Misteyes

“Luce e tenebre, due facce della stessa medaglia. Ed è lo stesso per la nostra musica, in cui questi due mondi continuamente si incontrano e si scontrano. Come il giorno non potrebbe esistere senza la notte, anche la nostra musica non avrebbe significato senza uno di questi due elementi e nessuno dei due è secondario all’altro.” (Misteyes)

misteyes-2016Il cammino dei Misteyes inizia nel 2012 con una formazione a cinque membri, con la quale, l’anno successivo, viene rilasciato il singolo “Brains In A Vat“. Singolo dal sound grezzo tipicamente Death/Black-Metal, di stampo melodico.
Nel 2014, il percorso della band, inizia una profonda evoluzione, da cui nasce l’esigenza di coinvolgere anche una voce femminile e un tastierista nel progetto. Con questa nuova line-up, a sette membri, viene rilasciata la demo del brano “Lady Loneliness“, primo assaggio del nuovo percorso dei Nostri. Un percorso caratterizzato dalla dualità e dal contrasto.

“Ciò che è opposto si concilia, dalle cose in contrasto nasce l’armonia più bella”  (Eraclito)
creeping-time-front-cover-artworkNel 2015, l’evoluzione musicale arriva ad un punto fermo, Nasce così la necessità di riassumere questo percorso musicale, lungo e complesso, con un album. Un album la cui creazione ha tenuto impegnata la band per un intero anno, non solo nella composizione, arrangiamento e registrazione di questo primo full-length, ma anche perché ha rappresentato una rivoluzione nell’immagine della band.

Questa necessità, lentamente, prende vita, e dal duro lavoro, la band torinese, pubblica l’album “Creeping Time“, composto di dodici tracce, è uscito l’8 Aprile 2016 sotto l’etichetta canadese Maple Metal Records.

Il vagito di un neonato, seguito da una delicata ed ipnotica melodia di pianoforte e tastiere, accompagnate da orchestrazioni e cori epici e cinematografici, fanno da introduzione (“The Last Knell“) all’apertura ufficiale del disco, affidata alla title-track, “Creeping Time“. Un brano che miscela abilmente epicità, tratti operistici e Metal di stampo estremo, creando una canzone variegata e sfaccettata, all’interno della quale si creano devi e propri duelli strumentali e vocali. Un’apertura che mette subito in risalto l’ottima proposta dei Nostri, che dimostrano subito una certa maturità compositiva e un’ottima tecnica esecutiva. “I am lost in this dream: this is the cost, this is my scream / Time is gone, my only certainty, I won’t see the dawn, lost in eternity / See the clock, you can’t stop, from the top you can only drop / No mourning, no flee… / The next morning there won’t be “. Molto evocativo il finale del pezzo, caratterizzato, come per l’introduzione, dalla voce del solo pianoforte al quale fanno eco i rintocchi di un orologio a pendolo.

La successiva “Brains In A Vat“, primo singolo, come si accennava prima, rilasciato dalla band, subito dopo la nascita del gruppo, nella sua prima formazione a cinque. “Touch the fire and you will burn, see the sky and it’s blue / Feel the wind and it is cold … / See your own hands! / Nothing is certain in this life, you can’t see through this fog  / Don’t you have the doubt that it’s only a trick, only an illusion? “.  Prosegue, musicalmente e vocalmente, sul percorso tracciato dall’opener dell’album, alternando ancor più marcatamente i due volti dello stile del gruppo: Death/Black-Metal, di stampo melodico, e Metal Sinfonico. Un mix che crea atmosfere di alta qualità che coinvolgono l’ascoltatore dal primo all’ultimo secondo, mantenendo l’asticella qualitativa sempre alta, senza cadere in auto-celebrazioni, rifiniture stucchevoli o sfoggi di tecnica e virtuosismo. Canzone, inoltre, arricchita dall’inserimento di parti vocali, affidate ad una delle special-guest che ha partecipato alla realizzazione di questo album, composto ed ideato interamente dai MisteyesMattia Casabona degli Aspasia.

La corsa prosegue sulle note di “Inside The Golden Cage“. Introdotta da una melodia sognante ed ipnotica, che accompagnerà tutto la prima parte del brano, con un ritmo decisamente moderno, questa terza traccia, può essere suddivisa in.. due parti, la prima, come abbiamo appena visto, sognante e melodica, la seconda, invece, più veloce, con brevi aperture ariose che riprendono il tappeto melodico iniziale, per poi sfociare in riffs granitici, ritmiche decise e orchestrazioni che rendono il brano ancor più vario e avvincente. Un susseguirsi di velocità e melodie armoniose molto interessante.

Il secondo singolo presentato dalla band, dopo l’evoluzione da cinque a sette componenti, “Lady Loneliness“, ci aspetta al varco della quinta traccia in scaletta. Una canzone che si distacca totalmente dalle precedenti. Un brano che può essere identificato come una vera e propria ballad, affidata alla sola voce di Denise “Ainwen” Manzi… Almeno per la prima parte!… Bastano pochi passaggi perché il brano, pur mantenendo un’impronta più “delicata” rispetto ai primi pezzi, nella sua seconda parte, grazie ad un sapiente incremento e indurimento dei suoni (senza tralasciare l’aspetto melodico dell’inizio del brano) e all’intervento dei potenti e agguerriti growls screams di Edoardo “Irmin” Iacono, il brano, assume dei connotati di scuola Death-Metal, di carattere sinfonico, molto piacevoli ed intriganti.

Arriviamo al giro di boa con la sesta traccia in scaletta: “The Prey“. Intro cinematografica dalle tinte horror, affidate ai passi e al respiro affannoso di un uomo in fuga da un pericolo, presumibilmente mortale, che si blocca improvvisamente di fronte a ciò da cui stava scappando dando il LA all’inizio del brano. Una canzone dalla partenza immediata, diretta e precisa, composta da riffs affilati, ritmi serrati e toni epici, intervallati a momenti più delicati ed intimi o ad aperture moderne che portano la proposta del gruppo a livelli ancor più alti, dal punto di vista degli arrangiamenti proposti, mentre le doppie linee vocali, si alternano sul dominio della scena.

Destroy Your Past“. Nessuna introduzione. Niente inizi atmosferici o ad effetto. Un brano immediato e diretto che riprende il percorso iniziato con le prime due tracce, con poche concezioni ad aperture melodiche e ariose, assumendo, a tratti, echi di scuola Prog che rendono il pezzo più colorato.

The Demon Of Fear“, ottava traccia. Brano che vede la partecipazione della seconda guest dell’album, Roberto Pasolini degli Embryo, come growls screams vocals aggiuntive e che prosegue sulle linee di “Destroy Your Past“, inserendo, per creare il giusto distacco e per dare quel tocco di originalità, nell’arrangiamento, repentini cambi di tempo e velocità esecutiva, che donano al tutto epicità e teatralità.

I successivi due brani, danno vita ad una storia ben precisa all’interno del disco; una storia divisa in due capitoli: “A Fragile Balance (Awake The Beast – Part 1)” e “Chaos (Awake The Beast – Part 2)“. “The mask I wear covers a monster! / It devours my soul, who is the true me now?  / I can see in your deep Even if you wear a mask tear it down and reveal your true side! “.  “Destroy this fiction, enjoy my freedom! Suppress reason … Now I’m only instinct! Awake the beast!”. La prima parte della storia, viene proposta da una canzone con un arrangiamento di gran classe, dalle atmosfere molto cinematografiche e operistiche, con linee vocali che vendono nuovamente la partecipazione e l’ottima prestazione vocale di Mattia Casabona, come clean-vocals aggiuntive, in perfetto contrasto con il canto raffinato di Denise “Ainwen”. Un brano, totalmente basato su suoni orchestrali e acustici, che si può identificare come l’esatta introduzione alla seconda parte della storia, dove il sound si fa più aggressivo ed incisivo, assumendo maggior velocità rispetto alla prima parte. “Release me! Release me! / I have been here enchained for ages getting stronger and stronger! / I have been here enchained for ages and now it’s my turn to play! “. Questa seconda canzone, dalla durata maggiore rispetto alla prima, risulta subito più articolata e variegata rispetto alla precedente, riprendendo il discorso affrontato nella prima parte del disco. Un connubio tra melodie ricercate e Metal Estremo che convince pienamente. Anche in questo caso, le linee vocali, vengono divise tra le principali di Edoardo “Irmin” e le vocals aggiuntive di Mattia. Una combo di canzoni perfetta, ottimamente interpretata, composta e arrangiata.

Ci avviciniamo alla fine dei giochi con l’undicesima canzone dell’album, “Decapitated Rose“, canzone che vede la partecipazione alla voce (clean scream) di Björn “Speed” Strid dei Soilwork. Introdotta da un rapido assolo di basso, subito raggiunto dall’aggressività sonora che costituisce le basi della proposta del gruppo torinese, questa canzone, prosegue sul percorso dei primi brani del disco, senza che la band senta la necessità di aggiungere elementi ulteriori al suo sound, evitando infiorettature o decorazioni che possono diventare stucchevoli e inutili, mantenendo quindi alta la qualità e la genuinità del pezzo, ben caratterizzato a livello sia vocale che strumentale.

Conclusione affidata a “Winter’s Judgment“. Canzone arricchita dal violino di Nicole Ansperger degli Eluveitie che introduce il brano (lo completa e lo accompagna nella sua parte finale), mentre il soffio di un gelido vento del Nord si manifesta in lontananza. Una traccia particolare, dove gli elementi dominanti della proposta dei Misteyes, convergono a creare un brano molto articolato e variegato, con continui cambi di tempo e di intensità delle melodie, in un’altalena di aggressività e candore, violenza e innocenza, durezza e leggerezza, velocità e intimismo. Un pezzo che riassume, come già detto, tutte le peculiarità del sound dei Nostri, permettendo inoltre al gruppo, di sfoggiare tutta la propria abilità tecnica.

Un ottimo disco sotto ogni aspetto il cui ascolto è fortemente consigliato, non solo a coloro che apprezzano il genere proposto del gruppo, ma anche a tutti coloro che apprezzano la Buona Musica, i ritmi decisi e le melodie ricercate.

TRACKLIST:

01. The Last Knell (Intro)

02. Creeping Time

03. Brains In A Vat

04. Inside The Golden Cage

05. Lady Loneliness

06. The Prey

07. Destroy Your Past

08. The Demon Of Fear

09. A Fragile Balance (Awake The Beast – Part 1)

10. Chaos (Awake The Beast – Part 2)

11. Decapitated Rose

12. Winter’s Judgment

LINE-UP:

Edoardo “Irmin” Iacono – Scream/Growl

Denise “Ainwen” Manzi – Clean Vocals /Opera Vocals

Daniele “Insanus” Poveromo – Guitars

Danny “Xander” Gerosa – Guitars

Gabriele “Hyde” Gilodi – Keyboards and Orchestrations

Andrea “Hephaestus” Gammeri – Bass / Fretless Bass

Marco “Dreki” Turco – Drums

Special-Guest:

Björn “Speed” Strid (Soilwork) – Additional Scream Vocals / Clean Vocals on “Decapitated Rose

Nicole Ansperger (Eluveitie) – Violin on “Winter’s Judgment

Roberto Pasolini (Embryo) – Additional Growl Vocals / Scream Voclas on “The Demon Of Fear

Mattia Casabona (Aspasia) – Spoken Vocals on “Brains In A Vat“; Additional Clean Vocals on “A Fragile Balance (Awake The Beast – Part 1)“; Additional Growl Vocals / Scream Vocals on “Chaos (Awake The Beast – Part 2)

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