I Regression In Enthropia, si formano, ufficialmente nel 2013 e dopo innumerevoli cambi di line-up, pubblicano una Demo di due pezzi (“Breathless” e “Road To Existence“) nel 2014.
Segue un cambio di formazione al basso e viene pubblicato “Astrophe“, EP auto-prodotto, pubblicato il 28 Aprile 2016.
L’EP, è composto da sei tracce, caratterizzate da uno stile che mescola Death-Metal di stampo tecnico (Technical/Death-Metal) e Deathcore di scuola moderna.
L’EP, si apre con “Ephemera“. Traccia decisa, dove il tasso di tecnicismo e “violenza sonora” sono fin da subito molto elevati e nettamente più precisi di un bisturi. Un brano che gioca sul duello tra le linee vocali doppie, ad opera del vocalist principale del gruppo, Manuel Riboldi e del chitarrista Gregori Qerosi, sull’ottimo guitar-working firmato da Gregori Qerosi e da Alessandro Rossi e sulla decisa sezione ritmica affidata al duo Marco Viaretti (batteria) e Nicolò Paracchini (basso). Un pezzo che si presenta in maniera decisamente articolata e variegata, dove la band, riesce a creare degli intermezzi cadenzati e (a tratti) semi-acustici, che specie nella parte finale, oltre a creare un’ottima atmosfera, concedono all’ascoltatore un momento di respiro prima della successiva scarica adrenalinica. “Am I not meant to become something greater, something more? / All I ever wanted was to be recognized / Am I not meant to become something greater, something more?”.
Scarica con la quale si viene investiti con la seguente “Aeterna“. Un pezzo crudo, scarno, diretto e potente. Un brano che non fa sconti né prigionieri. Una canzone che basa tutto sulla rapidità, l’aggressività, i ritmi serrati, i riffs taglienti, gli assoli fulminei, con qualche rapido cambio di tempo, atto a preparare l’incauto ascoltatore al bombardamento successivo, bombardamento che viene materializzato dal rapido martellare della batteria che, specie nella seconda parte, assomiglia ad una vera e propria raffica di mitra. Lo stile del gruppo è già ben definito, energico e immediato. Come per la precedente, anche in questa seconda traccia, il finale, funge da intro per la canzone successiva. Si prosegue dunque con “Noumena“, terza traccia in scaletta. “Remnants of my once self are clinging onto me – the body from which I’ve been long departed / This is my last strain (to be, to never be) to never be forgotten!”, poche semplici parole che ci proiettano subito attraverso una traccia pregna di dinamismo, alto tasso di tecnicità (senza sfociare nell’esibizionismo tecnico) e cattiveria sonora.
“Inertia“, quarta traccia, la traccia dalla durata maggiore rispetto alle precedenti (quasi sei minuti e mezzo), dove i Nostri, amplificano il livello energico e innalzano un muro sonoro di grande impatto, dando vita ad una canzone dall’arrangiamento articolato che, nonostante la durata, non crea cali d’intensità e non provoca perdite d’attenzione da parte di chi ascolta. Ritmi martellanti e perforanti a sostegno di riffs e assoli taglienti e diretti e linee vocali serrate, sono i punti di forza di un brano decisamente riuscito. Interessante la scelta di inserire, a metà del brano, un breve stacco dal sapore Hard-Rock, prima di riportare ritmi e melodie nuovamente in ambito Death-Metal/Deathcore.
Stacco semi-acustico finale del brano precedente e ci avviciniamo alle battute finali con “Deceptive Eden“. Brano particolare che, al pari dei precedenti, non si ferma ad uno solo dei due generi che la band illustra come componente principale della sua proposta, ma che passa attraverso una rapida serie di variazioni stilistiche che aumentano o rallentano l’intensità del brano, rendendolo articolato e variegato, in una intrigante altalena di ritmi serratissimi e ritmi cadenzati, riffs perforanti e riffs più armonici, assoli fulminanti e vocals in perenne duello tra growl e scream che mantengono alta l’aggressività della canzone.
La conclusione dei giochi spetta a “Epilogue: Panthagnosis“. Canzone che prosegue sul percorso della canzone precedente, includendo al suo interno, le caratteristiche e le soluzioni delle tracce dell’intero EP. Non occorrono molte parole per descrivere questa traccia finale, senza tornare a ribadirne l’alto livello tecnico, le soluzioni stilistiche già evidenziate in precedenza o l’alto tasso d’energia di cui la canzone è pervasa, rischiando quindi di essere ripetitivi e noiosi. “The essence of thought: / Can’t be caught by ears, can’t be clenched by fists / Can’t be held by shoulders, can’t be contained in a skull / Can’t be caught by ears, can’t be clenched by fists / Can’t be held by shoulders, can’t be contained in such a fragile skull”.
Un EP d’esordio ben riuscito e convincente che ci presenta una band in gran spolvero, con una proposta moderna e personale molto apprezzabile, fruibile e godibile.
TRACKLIST:
01. Ephemera
02. Aeterna
03. Noumena
04. Inertia
05. Deceptive Eden
06. Epilogue: Panthagnosis
LINE-UP:
Manuel Riboldi – Vocals
Gregori Qerosi – Guitar / Vocals
Alessandro Rossi – Guitar
Nicolò Paracchini – Bass
Marco Viaretti – Drums
WEB:
Facebook: https://www.facebook.com/regressioninenthropia/
Youtube: https://www.youtube.com/channel/UC2qDaVyQYlVLv9IZ6cn5s9Q
Bandcamp: https://regressioninenthropia.bandcamp.com/releases