“New Vague 15” è il terzo disco in studio del sestetto italo-inglese The Lef, uscito il 24 marzo 2015 per O’Disc/Audioglobe e che segue di due anni il precedente “Doppelganger”.
A differenza del precedente “Doppelganger” però, in cui era stato il cinema espressionista tedesco ad esercitare un forte influsso sulla stesura dei testi, in “New Vague 15” sono la “nouvelle vague” e la cinematografia italiana anni ‘50 e ’60, unite all’esplorazione del tema dell’amore nelle sue diverse manifestazioni, le fonti di ispirazione primaria per i Lef, a partire dall’utilizzo del bianco e nero in copertina e dal titolo che gioca sulle parole “new wave” e “nouvelle vague”.
“Tra le novità di questo nuovo lavoro c’è sicuramente il cambio di etichetta. Infatti abbiamo deciso di interrompere i rapporti con la Toast Records e firmare con la neonata O’disc, il cui staff ci ha convinto grazie al proprio entusiasmo e voglia di fare. Crediamo che questo disco rappresenti la naturale evoluzione di “Doppelganger”, sia musicalmente che a livello di testi. Il sound è diventato più grintoso e ha aggiunto alla new wave elementi post punk alla Television, mentre l’approccio compositivo questa volta è stato più spontaneo e meno mentale. I testi sono delle istantanee in bianco e neroispirate, appunto, ai vecchi film in bianco e nero degli anni 50 e 60 e alla Nouvelle Vague francese dei vari Truffaut e Godart. Il tema centrale del disco questa volta, anche se non si può parlare di un vero e proprio concept, è l’amore nelle sue diverse forme e sostanze, l’amore come aspetto fondamentale dell’esistenza umana. Infine, visto che tre di noi sono per metà inglesi da parte di madre, abbiamo deciso di dedicare parte delle composizioni alla nostra lingua “madre”. Alcuni brani quindi sono completamente in inglese.”
Nove brani più una ghost-track (di cui il gruppo fornisce un’attenta descrizione tematica per ognuno, disegnando, con parole e riferimenti cinematografici, l’anima di ciascun pezzo del disco) che a livello sonoro proseguono il percorso iniziato con il precedente lavoro, affondando le proprie radici nella new wave e contaminandola con l’elettronica, il post punk e le sonorità degli anni ’10.
Ecco cosa troverete in questo terzo album del combo italo-inglese. La parola ai LEF.
L’open-track è rappresentata dal brano “Escape form the City”. Un pezzo che funge da cordone ombelicale tra il nuovo disco al precedente “Doppelganger”, a partire dal monologo di Peter Lorre, tratto dal film “M” di Fritz Lang, in apertura. Le tematiche che ispirarono “Doppelganger” sono ancora presenti come un leitmotiv e si esplicitano nel “lavoro” del pifferaio che invita tutti a seguirlo… ma ribellarsi si può.
La seconda traccia del disco, porta il titolo “4 volte 100”. Un brano ispirato al film di culto della nouvelle vague “I 400 Colpi” di Francois Truffaut. Qui l’oceano, tanto desiderato da Antoine, rappresenta la forza selvaggia della natura e la libertà alla quale ognuno di noi anela. Qui la new wave si intreccia alle sonorità dei nostri anni ‘10.
Si continua con “I Can’t Save the World without You”. Una melodia a presa rapida che sposa l’anima più sperimentale della band per quanto riguarda la stesura del testo. Uno schema preordinato, un cilindro e locuzioni di tre sillabe per dare forma a un “cut up” che, liberato dai filtri del pensiero, può “salvare il mondo”. Le chitarre scandiscono il ritmo in un brano dall’incedere quasi ossessivo.
La title-track occupa il quarto posto in scaletta. “New Vague 15” rappresenta anche il primo brano “narrato” del disco. Il leitmotiv della cinematografia anni 50 e 60 torna in un testo che, come uno “screenplay”, narra le vicende di una città qualsiasi negli anni del bianco e nero. Nottate di pioggia salutano giornate prive di sole, ma tutto è possibile: c’è ancora speranza nel futuro e la povertà è vissuta con dignità, in contrasto con la società odierna in cui ogni speranza sembra venir meno. E’ per questo che si anela a quelle “memorie di tempi mai vissuti”.
“21 grammi”. Quinta traccia. Una storia d’amore, la magia di un incontro dove ci si arricchisce di “21 grammi in più”, che secondo alcuni è il peso dell’anima. Una voce narrante si appoggia su un incedere lento, che crea una sorta di “spazio musicale” dove i due “pianeti” si incontrano, fino a quando gli intrecci di chitarra ci conducono a un’esplosione finale.
“Love is a Weapon of Mass Destruction”. L’amore come arma di distruzione di massa, la confusione che i sentimenti possono causare nella nostra vita. Entrare in sintonia con un’altra persona causa una reazione chimica che è paragonabile a un’esplosione: può essere fonte di vita, ma anche di morte.
“All’Ultimo Respiro”. Un brano liberamente ispirato alla pellicola simbolo della nouvelle vague “Fino all’Ultimo Respiro”, di Jean Luc Godart. Ci si muove veloci su un basso ossessivo e su chitarre taglienti e sghembe: oltre le regole, Godart!
L’ottavo brano dell’album, è rappresentato dalla canzone “Sessantanove”. Un brano retrò anche nelle atmosfere che inneggia al ‘69, l’anno della rivoluzione studentesca e di quella sessuale. Forse la canzone più in “bianco e nero” dell’intero album.
Ci avviciniamo alla chiusura con “Lineamenti di Ghiaccio”. La new wave dei Lef su un testo che narra dell’incapacità di capire ed intercettare l’amore che “cambia abito”. Quante volte lasciamo scappare l’amore per poi pentircene? È forse una condizione umana?
“11.11”. Una ghost-track per chiudere il disco, che arriva da una sessione di registrazione diversa rispetto a tutto il resto del lavoro. La voce narrante racconta l’attesa che precede un incontro/non incontro tra due persone, tra new wave, elettronica e atmosfere quasi alla Doors. La voglia di vivere un’emozione è tale che solo immaginarla può bastare?
Quello che abbiamo ascoltato, è un disco maturo e scritto da mani esperte. Musicalmente non c’è molto da dire. Gli arrangiamenti ben rappresentano il concetto musicale dello stile della band, fatto di sonorità decise, echi stilistici di vario genere ben definiti e scelti con criterio. Le linee vocali ben si amalgamano al comparto strumentale. Niente sbavature o infiorettature inutili.
Serve sapere altro?
“New Vague 15”… The Lef.
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