Birtchum è un progetto Heavy-Metal dal carattere dinamico ed incredibilmente variegato, nato a Tallahassee, Florida, nel 2012.
Un progetto costituito da diverse influenze musicali che partono dalla “First Wave Of British Heavy Metal” per poi convogliare in quell’universo Progressive-Metal che spopola oggi.
Questo progetto, ha dato vita ad un disco (omonimo) contente 7 canzoni.
L’elemento che domina in ogni singola canzone è caratterizzato da un azzeccato matrimonio di melodia, “pesantezza sonora” e tecnicità, nel quale, Birtchum, pone la sua attenzione, per creare così atmosfere musicali sbalorditive e innovazione creativa.
L’album si apre con il brano “Breathless”, un brano della durata di otto minuti, completamente strumentale dominato da un’interessante duello tra chitarra e pianoforte che tiene banco per tutta la durata del pezzo, intervallandosi con brevi, ma incisivi, stacchi chitarristici molto energici.
Il secondo brano in scaletta è “Burn”. Una canzone in chiaro stile Death-Metal, composta di riff taglienti, ritmica possente e voce in growl. Una canzone che per sonorità e vocalità sembra pescare a piene mani sia dal death di scuola americana che dal death di scuola europea.
Continuiamo con “Hangman” e continuiamo con i suoni taglienti e penetranti del brano precedente. Un pezzo questo, che (almeno a me) ricorda i Death dell’indimenticabile Chuck Schuldiner.
Con “Running By Sorrow”, terzo brano del disco, abbiamo un ritorno ad un brano prettamente strumentale, dove vengono abbandonate le sonorità death-metal, aggressive e “ringhianti”, per passare a suoni più caldi, leggeri e sognanti, un brano di breve durata che funge però ad introduzione per “Seduction is a Serpent” (quarto brano). Una canzone dominata da suoni dal sapore esotico, a tratti arabeggiante e gitano, un brano che appare quasi acustico. Una dimensione sonora interessante e azzeccata fatta di incursioni di diverso genere (rimanendo sempre dentro una dimensione rock)
La sesta traccia “Starlight Symphony” ci porta in un mondo progressive-metal dal piglio deciso, tagliente e molto tecnico nell’esecuzione, molto dinamico. A parer mio, la scelta di lasciare Anche questo brano in forma strumentale è molto buona, ma delle parti vocali (magari riprendono il cantato in growl) non avrebbero stonato affatto. Ottimo pezzo comunque!
Chiude il disco “The Storm”. Un brano con connotati che rimandano ad echi space-rock amalgamati alle caratteristiche e agli stili che abbiamo già trovato nelle canzoni precedenti, riff taglienti, assoli azzeccati, ritmica potente e soluzioni progressive d’impatto.
Se siete amanti di questo genere musicale, non potete perdervi l’ascolto di questo ottimo disco!
Se non siete amanti di questo genere musicale… non importa… NON potete perdervi l’ascolto di questo ottimo disco!
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