A distanza di poco più di un anno dalla loro prima apparizione su queste pagine, tornano a far parlare di loro i blackster sardi Angrenost (http://www.we-rock.info/biografie/una-fiammata-di-eterno-dolore-toward-black-horizons-il-nuovo-lavoro-targato-angrenost/) con il loro nuovo full-length intitolato “Where Only Shadows Remains“. Dopo averli conosciuti in una formazione a tre (basso e voce, chitarra e batteria) li ritroviamo con una nuova line-up che conta oltre a Angrist, Alnash e Bughul il nuovo entrato, in veste di secondo chitarrista, Drullios. Con questa nuova composizione viene dato alla luce il nuovo lavoro della band sarda.
Un ampliamento della formazione che ha portato ad un inasprimento del sound della band, che ha raggiunto toni ancora più cupi e taglienti, forse meno grezzi rispetto al disco precedente e certamente più ragionati ma ugualmente molto forti come testimonia l’iniziale “The Age Of Glorious Darkness“; c’è una certa componente melodica che si alterna alle sfuriate più dirette che pone l’accento sulla crescita compositiva del gruppo e su come il suono abbia ricevuto una ulteriore spinta con l’arrivo un secondo axeman. Qualche richiamo a Darkthrone e Enthroned fuoriesce da queste traccia, in qualche passaggio vocale e ritmico, ma il graffio del gruppo riesce a mantenere il controllo della situazione e a confezionare una opener convincente. Una alternanza tra velocità e passaggi più cadenzati che prosegue anche in “Through The Valley Of The Ashes“, creando un filo conduttore, strumentalmente parlando, tra le due canzoni. Le parti di batteria tendono ad una commistione maggiore di stili, passando dal blast-beat a incursioni tra il Thrash e il Death che creano andamenti molto più articolati e interessanti e fanno risaltare maggiormente le due chitarre e le linee di basso. Ad essere interessante e anche l’intro semi-acustica di “Spell Of Frozen Souls” che detta il leitmotiv su cui viene tessuta la trama dell’intera traccia, veloce da un lato e cadenzata e ritmata dall’altro, senza stacchi troppo netti ma con passaggi ben delineati. Soluzione che come per il duo iniziale prosegue nel pezzo successivo nonché title-track dell’album: “Where Only Shadows Remain“. Le fredde ali degli Immortal fendono l’aria dei gelidi paesaggi che sembrano uscire con impeto dalle note e dalle parole di “Anthems To The Northern Kings” e “Land Of Forgotten Spirit” (anche in questo caso senza apparire come una copia carbone), due tracce accomunate da una maggiore ricercatezza del suono, molto più corposo e quasi elegante anche nelle sferzate più cupe. Un cambio di percorso nasce da “Seal Of Blood” e “Queen Of Chaos“, che sembrano vertere verso un Black’N’Roll più viscerale che cattura nelle sue spire anche “Rise From The Pagan Forest“; un cambio che crea una certa discontinuità nell’album ma che non risulta per nulla fastidioso o fuori luogo, anzi, crea un ottimo intermezzo e toglie dalla prevedibilità questo lavoro. “Forlorn” e “Fall Of Burning Angels“, decima e undicesima traccia della scaletta, chiudono il disco in maniera classica, rimescolando i vari arrangiamenti dei brani precedenti.
Ritorno in ottima forma per questi giovani blackster, che confermano ancora una volta la loro attitudine e conoscenza della materia, senza cedere troppo al gioco facile del rifarsi ad una strada già scritta, anche dove le influenze si sentono ma non influiscono sul risultato finale.
TRACKLIST:
- The Age Of Glorious Darkness
- Through The Valley Of The Ashes
- Spell Of Frozen Souls
- Where Only Shadows Remain
- Anthems To The Northern Kings
- Land Of Forgotten Spirit
- Seal Of Blood
- Queen Of Chaos
- Rise From The Pagan Forest
- Forlorn
- Fall Of Burning Angels
LINE-UP:
Angrist – Vocals / Bass
Alnash – Guitar
Drullios – Guitar
Bughul – Drums
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