Un musicista emergente quanto può guadagnare grazie alla distribuzione in streaming del proprio album o delle proprie canzoni?
Grazie ai servizi di streaming online, pubblicare e distribuire i propri brani, ma anche gli album, oggi è diventato davvero molto facile ed economico. Infatti la quasi totalità degli artisti emergenti ed indipendenti ormai si affidano allo streaming musicale per affacciarsi sul mondo della musica.
Questi servizi di streaming musicale sono diventati la maggiore fonte di guadagno del settore. Gli incassi per i servizi di streaming hanno superato ormai la soglia del 40% del mercato discografico nazionale
Ma quanto si guadagna con la musica in o streaming?
La piattaforma che paga di meno è YouTube, con circa 0,001$ ad ascolto, che si traducono in 1$ ogni 1000 ascolti.
Tidel, invece, è quella che paga di più con 0,01250$ ogni ascolto, ovvero 12,50$ ogni 1000 ascolti.
Le altre piattaforme, grossomodo, si equivalgono, infatti abbiamo Spotify che paga 0,0043$ per ogni streaming (4,30$ ogni 1000 ascolti); Apple Music (il servizio streaming di iTunes) che paga 0,00735$ e quindi circa 7,35$ per 1000 ascolti; Amazon Music, per ogni ascolto, versa royalty per 0,00402$ e 4,02$ ogni 1000.
Diverso invece è il discorso per le canzoni scaricate e acquistate regolarmente dagli store digitali, infatti mediamente una canzone vendita ha un valore di circa 150 stream, ed un album di 10 brani 1500 stream.
Come si può ben capire, i guadagni iniziano ad esserci solamente quando per ogni singolo brano si superano il milione di ascolti. Questa cifra, infatti, è considerata la base di partenza per iniziare a “vivere” con la propria musica.
Realizzando 1 milione di stream per ogni brano, si incasseranno circa circa 4370$ da Spotify Premium, 1000$ da Youtube, 7350$ da Apple Music, 4020$ da Amazon Music, 4000$ da Deezer e 12500$ da Tidal. Ipotizzando quindi 1 milione di stream per brano in ogni piattaforma che offre servizi di streaming, un artista può vedersi riconosciuto un compenso di 33.240 $.
La difficoltà a raggiungere questi numeri, per un artista indipendente e ancora “non famoso”, si somma alla redistribuzione di questi introiti tra le varie parti in causa. Senza dimenticare nemmeno le tasse che poi vanno pagate.
Prendendo come esempio Spotify Premium, e supponendo che in un mese si raggiungano i 100 mila stream, le royalty riconosciute sono circa 430 $. Ma questa cifra, l’artista, non la riceverà per intero. Questo perché le Royalty vengono così divise: il 30% all’artista, il restante 70% all’etichetta discografica proprietari del master e della pubblicazione. Non solo. Il 30% spettante all’artista va poi diviso tra autori, compositori, chi ha scritto il brano e chi lo ha eseguito durante la registrazione.
Considerando la difficoltà per un artista emergente di raggiungere questi numeri, e viste le cifre irrisorie, si evince che lo streaming online non è la via migliore per monetizzare con la propria musica.
Infatti, molti cantanti emergenti ed indipendenti scelgono ancora di stampare e vendere autonomamente la propria musica, attraverso i “vecchi” CD. Con la vendita di anche solo 1000 CD ai concerti in giro per la penisola, si possono guadagnare anche più di 10.000 euro, cifra difficilmente raggiungibile con il solo servizio di streaming online.