«Cari fan della musica, rimettete in tasca i cellulari quando siete a uno spettacolo…» è iniziata così, con un appello del sito Ishootshows.com , la più grande campagna virale contro i cameramen e i fotografi improvvisati da concerto.
«Guardo la platea e vedo cellulari e iPad. Nessuno batte le mani, alcuni non cantano nemmeno più per non rovinare l’audio delle loro riprese» racconta Gene Simmons, leader dei mascherati Kiss.
Esserci, ma filtrare la propria esperienza diretta attraverso l’obiettivo di telefoni e tablet: questo è l’argomento che ha scatenato il dibattito su Facebook e i siti dei principali magazine musicali.
«Quando chiedo di far brillare gli accendini, vedo azionare una app che simula la fiammella sul telefonino. In fondo alla sala c’è addirittura gente che parla al telefono» racconta sconsolato Anthony Kiedis dei Red Hot Chili Peppers.
Questi e altri comportamenti sono lo spunto per una serie di regole che, dal sito della versione americana di Rolling Stone, si stanno diffondendo nella rete per arginare la deriva tecnologica, e non solo, dei rock fan.
«Mi fanno impazzire quelli che digitano senza sosta» dice Michael Stipe dei Rem. «Perché pagare per venire a scrivere sul proprio blog?».
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