I conti in tasca ai musicisti: ecco quanto si guadagna con la musica

Una delle notizie dell’estate è la tirata di Thom Yorke e Nigel Godrich contro Spotify e annessa decisione di cancellare dal servizio di streaming i dischi di Atoms for Peace e dello stesso Thom Yorke solista. Il motivo? Spotify dà pochi soldi e questo blocca il possibile sviluppo di nuova musica.

Se tutti sono d’accordo con il fatto che le cifre di Spotify (e di altri servizi di streaming) sono piuttosto basse, in pochi sanno quanto arriva in tasca ai musicisti dai passaggi su altri canali e dalla vendita di brani e supporti.

A colmare questa lacuna ci ha pensato il Guardian (ripreso da Internazionale) che ha messo in fila una serie di compensi e guadagni, ovviamente legati al mercato inglese. Alcuni dati sono molto interessanti, in altri casi, invece, la sensazione è che le cifre vadano prese con le molle e siano riferibili solo a grandi nomi.

CD e download. Alla band arrivano tra 1,17 e 1,60 euro per cd venduto e tra 11 e 16 centesimi di euro per il download di una canzone. All’autore vanno poi 92 centesimi per ogni disco venduto e meno di un centesimo per il download di una canzone.

Radio. Se una canzone passa sulla BBC, l’autore guadagna circa 68 euro e una cifra analoga verrà divisa tra musicisti e casa discografica.

Tv. Se la canzone viene usata come sottofondo in una scena, in base agli accordi tra le tv inglesi e le società di raccolta diritti d’autore, il ricavato sarà di qualche centinaio di sterline. Diverso il discorso se la canzone viene scelta come sigla: in quel caso si va verso i 50mila euro.

Cinema. Se una canzone viene usata come colonna sonora di un fila si possono superare i 100mila euro.

Pubblicità. Per l’uso di un brano in uno spot si può arrivare anche al mezzo milione di euro.

E in Italia? Quanto guadagnano i cantanti di casa nostra.

SIAE_BollinoA rispondere è un articolo del Corriere del 22 febbraio a firma Massimo Sideri. Nel pezzo, il Corriere mette in fila tutti gli autori che guadagnano più soldi dai dividendi della SIAE. Nonostante la musica porti gran parte degli introiti dei diritti d’autore (circa 480 milioni di euro all’anno sui 600 milioni complessivi raccolti da SIAE), non è un musicista in testa alla classifica, ma un autore televisivo.

Si tratta di Michele Guardì, autore e regista di programmi come Uno Mattina e per anni il comitato de I fatti vostri, che ogni dodici mesi porta a casa due milioni di euro di diritti d’autore. Condannati alla rivalità perenne anche nei conti correnti, Ligabue e Vasco Rossi si piazzano a ridosso di Guardì con un milione e 600mila euro a testa. Sopra il milione di euro anche Zucchero, mentre intorno ai sei zeri si attesta Ennio Morricone. La pattuglia di chi supera il mezzo milione è decisamente nutrita: Pino Donaggio (800mila), Lorenzo Jovanotti (750mila), Biagio Antonacci (700mila), Claudio Baglioni, Francesco De Gregori, Gianna Nannini ed Eros Ramazzotti (500mila).

Come sottolinea a più riprese Massimo Sideri nell’articolo sull’edizione cartacea del Corriere, si tratta di incassi legati ai soli diritti d’autore, cui vanno aggiunti gli introiti legati a vendite di dischi, biglietti di concerti e merchandising di vario tipo.

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Classe 1980, da sempre amante della buona Musica, musicalmente è cresciuto ascoltando il Rock italiano prima (galeotti furono i Litfiba) e il Dark/Gothic Metal dopo, per finire all'Indie e al Rock classico. Animo ribelle e Rock, si “droga” di Musica e non rifiuta mai una birra. È possibile contattarlo a questo indirizzo email: nino@we-rock.info