Capitanati dal frontman Nergal, già noto per le sue doti da musicista, autore, personaggio televisivo – iconoclasta ed eretico – i Me And That Man presentano “Songs Of Love And Death“, il loro disco di debutto uscito il 24 marzo per Cooking Vinyl/Edel.
Nergal, il fondatore, lead singer, autore e chitarrista dei Behemoth, la storica Black-Metal band, con dieci album di studio e venticinque anni di carriera, accumulando un seguito mondiale di fan in continua crescita, con centinaia di migliaia di album venduti in tutto il mondo, video dalle milioni di views e tour che hanno raggiunto ogni parte del globo. Nella sua nativa Polonia il frontman, è stato più volte additato per blasfemia in seguito a varie azioni, tra cui, ironicamente, include anche il suo ruolo da coach per il programma televisivo The Voice. Il suo ultimo libro, “Confessions Of A Heretic” è stato acclamato ovunque, confermando ancor più di essere una voce singolare contro il sistema all’interno del mondo Metal e Rock-Metal, dove è decisamente adorato.
Ora Nergal da il via a Me And That Man, il suo nuovo progetto musicale dove è affiancato dal musicista anglo-polacco John Porter. Il disco di debutto, “Songs Of Love And Death“, vede il duo togliersi pian piano la dura corteccia metal per esplorare nuovi territori fatti di cuori ribelli e Rock And Roll, talvolta imbattendosi in vecchi fantasmi del passato che riportano, musicalmente, a Johnny Cash, Nick Cave, Mike Ness e Tom Waits. Una deriva Country-Blues per il disco di debutto di questo nuovo progetto che promette di andare lontano.
“I’ve always been a sucker for the more stripped down, mellow, guitar music. I don’t know exactly when the starting point was, but I thought that maybe I could start playing this kind of music because it was within me, somewhere. I just didn’t know whether I could sing this stuff! But about five years ago, I was jogging and this idea came into my MIND to do a Polish version of ‘The Highwaymen’ with four Polish voices, which were myself, another Polish artist called Maciej Malenczuk, another great artist, Gienek Loska, and John Porter, who is the other half of Me & That Man. It was just four local dudes singing a classic song in Polish… check it out on YouTube! So that was the first time me and John were on the same track. Years later, I got back in touch with John and called him up, just to catch up and chat a bit. Eventually we talked about maybe doing something together. He was cool with that and it just started rolling from there”, afferma Nergal.
“Songs Of Love & Death” è un album semplice e senza tempo, arricchito dall’approccio “black-poetic” magnetico di Nergal, che alterna ballate Folk e Country a rimandi esoterici, lasciando comunque trapelare le influenze dei Behemoth. Il fine ultimo del mastermind polacco non è certamente quello di attirare storici fan dei Behemoth verso il progetto Me & That Man, ma sarebbe contento se un giorno questo dovesse succedere. In questo album Nergal racconta storie semplici in modo semplice, senza girarci troppo attorno, con il chiaro obiettivo di creare un progetto naturale ed organico. Con un titolo così diretto e spigoloso (un chiaro rimando a “Songs Of Love & Hate”, il disco di Leonard Cohen del 1971) il debutto di questo neonato progetto sembra porsi lontano mille miglia almeno dal blackster che siamo soliti conoscere, mostrando la chiara volontà del frontman della necessità di dover vivere un così imminente e da tempo nascosto cambiamento creativo, mostrando così un nuovo modo di esprimere le stesse idee di individualismo, audacia e ribellione, ma in un contesto completamente nuovo e guidato da un senso di libertà musicale.
“Of course, this is totally different from Behemoth. With Me And That Man the songs just come out in a very organic way.” – continua Nergal – “I just go with the mood, to get the flow. The songs just kept coming. One would be bluesy, one would be more ballad-ish… but put together they all made sense. I realised that I’ve got blues in my blood! I need Me & That Man to keep the balance, so I don’t go insane with Behemoth, which is an ever-expanding balloon! The potential of my mother band seems to be limitless. It gets bigger and bigger and more advanced and more sophisticated… and darker …and blacker… If it blows up one day, it’s gonna eclipse the sun I swear! But Me & That Man is at the opposite pole, artistically speaking. But with all the art, once you have it in you, you have to release it and give it away to people, otherwise it may become intoxicating and dangerous to your own system. This is how I deal with my emotions and my dark feelings and shadows. This is not happy music, but it’s liberating. I’m opening up to new dimensions and new angles and exploring the unknown is just thrilling. Okay, this is a side-project, but I don’t really know what it’s going to grow into.” conclude Nergal. Forse il progetto esploderà, oppure rimarrà nell’ombra, ma quello che più conta è la felicità per aver dato vita a questa sua nuova creatura.
Un disco che si snoda attraverso tredici canzoni, tredici storie in cui le già citate vena poetica e ricerca musicale dell’artista si manifestano nella loro totalità. Già a partire dal brano che apre il nuovo lavoro, “My Church Is Black” (che si potrebbe definire come un chiaro invito all’ascolto anche alle frange più esigenti tra i fruitori del Metal estremo e tra i fan degli stessi Behemoth), si viene subito investiti da un sound che gronda del sangue del buon vecchio blues, rivelando l’anima nascosta del Nostro, aprendo il disco con linee vocali alla Nick Cave che evocano territori deserti, aridi e lontani avvolti da atmosfere oscure, sottolineate anche dall’ottimo accompagnamento dell’armonica. Dalla successive “Nightride” e “On The Road” dalle tinte Rock-Sperimentali alla Tom Waits, in cui lo stile di John Porter riecheggia attraverso ogni anfratto di questo brano, passando per “Cross My Heart And Hope To Die” e “Better The Devil I Know” fino ad arrivare alla Country-ballad intrisa di echi Folk “Of Sirens, Vampire And Lovers” dallo stampo evocativo in cui la voce sembra voler omaggiare, mantenendo la giusta umiltà e il giusto rispetto nel farlo, l’inarrivabile poesia sciamanica di Jim Morrison, arrivando al Folk acustico venato di Country alla Highwayman (Johnny Cash, Waylon Jennings, Willie Nelson e Kris Kristofferson) oppure passando attraverso per il Blues-Rock a lievi tinte Hard-Rock di “Shaman Blues” con voci alla Tom Waits e cori che ricordano alcuni lavori di Willy DeVille, giungendo con l’anima già sazia e con le orecchie piene delle ritmiche di ottima fattura e del gran lavoro alle chitarre di Nergal e Porter al trittico conclusivo formato da “Voodoo Queen“, “Get Outta This Place” e “Ain’t Much Loving” e raggiungendo la totale soddisfazione.
Forse si potrebbe captare qualche piccola ripetizione nel guitar-working delle varie canzoni, ma pensando subito allo stile scarno e per niente elaborato con cui viene mantenuto un approccio grezzo e sanguigno che rispetta ogni più piccolo dettame dei vari generi proposti, si riesce subito a passare sopra a tale eventuale difetto con estrema facilità lasciandosi subito rapire da suoni e voci che ipnotizzano e trascinano convincendo immediatamente. Le tracce non sono molte lunghe e questo è un vantaggio che toglie il rischio di rendere i brani troppo prolissi e poveri di idee. Un esordio promettente per questo b-side project.
TRACKLIST:
- My Church Is Black
- Nightride
- On The Road
- Cross My Heart And Hope To Die
- Better The Devil I Know
- Of Sirens, Vampires And Lovers
- Magdalene
- Love & Death
- One Day
- Shaman Blues
- Voodoo Queen
- Get Outta This Place
- Ain’t Much Loving
John Porter: guitar/vocals
Nergal: guitar/vocals
WEB:
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