Il progetto Brick, è stato forgiato sulle note delle più accattivanti leggende musicali svedesi come The Haunted e At The Gates, aggiungendo, poi, l’ispirazione di altre band come Pantera, Killswitch Engage e Lamb Of God. Tutte queste influenze, sono state mescolate con le tecniche di canto derivate da Iron Maiden e Dio, ai quali, infine, si aggiungono echi e rimandi agli up-tempo di stampo pop di Blink 182, Good Charlotte e Sum41.
La musica dei Brick, è determinata a mantenere un ritmo costante e a costruire una solida base per ritmiche e ritornelli .
I testi sono ispirati dalla vita di tutti i giorni e si occupano di pensieri che vanno dalla crisi in Medio Oriente, allo spaccio di droga, al destino del genere umano. Il tutto in mezzo alla routine quotidiana dove l’amore, l’affetto e l’abuso di alcol fanno da contorno ai pensieri più profondi.
Su queste basi, è stato composto l’album di debutto della band svedese, “Faceless Strangers“. Registrato in mezzo alle oscure foreste svedese Småland. Mixato e masterizzato da Andreas di Ylitalo Productions.
Un disco formato da nove tracce. Nove canzoni dove gli echi e i rimandi agli artisti citati non fungono solo da numi tutelari e ispirativi del gruppo, ma diventano la caratteristica principale di ogni canzone, rivelando subito la totale assenza di originalità del gruppo. Un esordio dove la personalità compositiva del gruppo non emerge in nessuna occasione creando molteplici copie di stile, sia strumentale ed esecutivo che canoro. Una volgare imitazione del sound e dello stile canoro di altri, senza freschezza e (ripetendo) senza alcuna originalità. Tra riffs incattiviti e vocals che tentennano verso un’aggressività mai raggiunta, piombando continuamente verso voci zuccherose, la band arranca pesantemente, senza emergere, nemmeno per un istante. Nemmeno l’impronta acustica e pianistica della title-track, unico momento in cui i Brick sembrano afferrare il controllo della loro musica, aiuta il disco a raggiungere la sufficienza. L’album crolla inesorabile sotto il peso dei nomi citati, nomi dei quali la band abusa vergognosamente, inanellando una ripetizione dietro l’altra, sfoggiando tanta tecnica ma senza la minima sostanza. Nove canzoni identiche, monotone, monocorde, soffocanti nel loro reiterato modo di proporsi sotto la medesima veste.
Un disco d’esordio, definibile con un vecchio modo di dire: TUTTO FUMO E NIENTE ARROSTO!
TRACKLIST:
01. The Beast
02. Bagging Rainbows
03. Bloody Mistress
04. Faceless Strangers
05. Last Day
06. Not Fives Time Or More
07. From My Hell And Back
08. Love Song
09. World Of Lies
10. Megan
LINE-UP: