Di sicuro quella dell’educare l’ascoltatore in maniera creativa e coinvolgente per fargli comprendere la negatività della pirateria è una strategia che finora non è stata molto usata.
A parte i video in stile Pubblicità Progresso con artisti canuti seduti nei loro salotti, in Italia poi non si è fatto proprio niente. In Inghilterra invece è stata lanciata ieri sul mercato un’app per iOS e Android che cerca di affrontare la questione in maniera totalmente inedita: l’utente è calato nei panni di un discografico che deve riuscire a scritturare le band che gli piacciono e, cosa più importante, a far quadrare i conti.
Sin dall’inizio si capisce che il punto di Music Inc. risiede nel business: l’utente/manager parte con un budget di 1000 sterline che deve scegliere di investire come meglio crede: per esempio in una band che costa 100 sterline e “trascina” 150 fan o in un’altra che ne costa 700 ma riesce ad attrarre 500 spettatori. Ogni band ha una scheda in cui si quantifica il suo valore in termini di carisma, creatività e motivazione.
Si passa poi allo studio di registrazione, alla realizzazione del disco e alla scelta del formato: cd, vinile, digitale o una combinazione dei tre? E quanto budget allocare ad ognuno? Quanto spendere per l’ufficio stampa e quanto per farli suonare sui palchi di grandi festival?
Arriva poi la parte più interessante e che dovrebbe far riflettere sulla “piaga” della pirateria, quella del grafico delle vendite:
Nell’app la percentuale di pirateria è calcolata attorno al 30%, quando invece nel mondo reale si aggira sul 90%, ma lo stesso far quadrare i conti sembra difficilissimo.
Riuscirà un’app a sensibilizzare gli ascoltatori?